lunedì 27 maggio 2013

Il Merlo innamorato

Vola il Merlo innamorato
cerca la bella sua Marion
l'ha rubata allo Sparviero,
l'ha rapita nella notte dei grandi falò.
Canta il Merlo solitario
Lei non torna Lui lo sa,
però l'aspetta ancora 
e al tramonto ogni sera fischia al sole 
forse Lei lo ascolterà.

Com'era bella la nostra stagione
la passione in mare aperto
con il vento sotto le ali
ai confini del deserto.
Com'era bello volare sul Mondo 
la salsedine nel cuore
con la bussola del vagabondo 
che abbellisce le notti d'amore e incanta l'anima.

Piange il Merlo nella notte
sogna la bella sua Marion
ma lei ama il Falco Nero
s'è invaghita dei suoi occhi fra i grandi falò.

Com'era bella la nostra stagione
la passione a cielo aperto
sulla grande torre antica
ai confini del deserto.
Com'era bello planare sul Mondo
sorvolando sul dolore
con la bussola del vagabondo 
che addolcisce le notti d'amore e incanta l'anima.

Tratta dal disco Piovani Cantabile (Nicola Piovani & Tosca)

https://www.youtube.com/watch?v=iswBmvW59FU

lunedì 20 maggio 2013

Prorogata la mostra a Bologna


Il 10 maggio si è inaugurata presso Campogrande Concept (via Castiglione 7, Bologna) la mia personale "FILOZOOPHIA".
8 sale ripercorro l'intera mia produzione artistica tra oli, disegni e acquerelli.

 
La mostra è stata prorogata fino al 31 maggio!
Vi aspettano emozioni BESTIALI!!!



mercoledì 15 maggio 2013

L'iniziazione del cacciatore


"Leone", olio su tela, 30x40 cm, 2012

Era il tempo in cui in Africa la caccia al leone costituiva l'ultima tappa dell'iniziazione dei ragazzi. Dopo la loro preparazione presso gli uomini del clan, partivano un mattino armati solo di una zagaglia e dell'esperienza acquisita. Ognuno partiva da solo e doveva tornare l'indomani recando la pelle di un leone adulto. Accadeva che un iniziato venisse ferito o ucciso nel corso della sua ricerca, persino che scegliesse di fuggire; più raramente, che rientrasse a mani vuote e affrontasse l'umiliazione di doversi occupare tutta la vita degli armenti, dei lavori dei campi o della raccolta. Ma il più delle volte coloro che riuscivano nell'impresa, entravano fieramente nella casta stimata dei guerrieri cacciatori, con l'incarico di proteggere il villaggio dai predatori. Fra tutti questi iniziati, c'è stato una volta un ragazzo ostinatamente deciso a entrare nel clan dei guerrieri. Aveva superato senza battere ciglio le prove preliminari e attendeva febbrilmente il grande momento della caccia. Finalmente è partito senza ombra di esitazione verso una tana di leoni. Solo che quel giorno faceva particolarmente caldo e le belve avevano disertato le tane per raggiungere certamente qualche pozza. Dall'alba al crepuscolo, il ragazzo ha fatto il giro dei bracci morti del fiume, degli stagni, delle lagune... Invano. Sembrava che tutti i leoni si fossero passati parola per fargli fallire l'iniziazione. Il giovane cacciatore ribolliva d'impazienza vedendo che stava già scendendo la notte, quando all'improvviso si è trovato faccia a faccia con un leone. Era un grande maschio dal dorso possente, dalla criniera lunga e folta e - fortuna straordinaria- malgrado l'imminente oscurità, si distingueva chiaramente che il suo pelame era completamente bianco. Era un vero felino da sogno, un capo branco, il re dei leoni! Già raggomitolato, con la lancia al fianco, il giovane cacciatore fissava la belva per prevederne l'attacco. Il leone invece, rimaneva disteso nella sterpaglia, l'osservava senza ruggire e pareva non avesse alcuna voglia di caricare.
La cosa non andava. All'iniziato non avevano mai parlato di un caso simile. Se un leone si sentiva in pericolo, doveva attaccare! Il ragazzo agitava le braccia in maniera disordinata, lanciava imprecazioni, faceva tintinnare furiosamente i suoi sonagli... Purtroppo il leone non si muoveva e continuava a fissarlo. Con i sensi all'erta il giovane ha deciso di avvicinarsi di più. All'improvviso ha sentito un forte odore di sangue. L'animale presentava infatti un profondo squarcio al petto e la sua inerzia proveniva da quella ferita che lo immobilizzava e doveva tormentarlo davvero terribile se non riusciva ad emettere il più piccolo suono. Così il ragazzo non doveva far altro che finirlo e tornare al villaggio con la pelle di un leone bianco! Che accoglienza e che feste gli avrebbero fatto! Che posto avrebbe occupato da allora in poi fra i guerrieri! Una cosa tuttavia lo turbava. Che cosa avrebbe detto quando gli avrebbero chiesto di raccontare la lotta? Che poesia e che canzone avrebbe scritto sul suo combattimento? Una vittoria senza rischi era alquanto imbarazzante. Non sapendo che fare, l'iniziato si è seduto nelle tenebre a quattro passi dal leone. Masticando un filo d'erba secca, rifletteva guardandolo. I riflessi lunari giocavano negli occhi della belva e al ragazzo sembrava di potere ormai leggere chiaramente nel suo sguardo. In maniera pacata e senza pretese, il leone gli diceva: -Prendi la mia vita e a te andranno tutti gli onori del tuo clan. Naturalmente, dentro di te saprai che sei venuto meno alla tu iniziazione. Ma avrai tanti altri combattimenti... Altrimenti, se mi lasci in vita, tutto è finito, i tuoi non ti chiederanno più nulla. Però, dentro di te, saprai di valere assai più di quanto loro pensino. Fà la tua scelta.
Il mattino, il giovane è tornato al villaggio a mani vuote. Nessuno gli ha parlato o lo ha rimproverato e lui è andato direttamente a occuparsi degli armenti. Del resto è quanto ha fatto fino alla fine dei suoi giorni. Ma intanto i guerrieri del clan non hanno mai dovuto esibire il loro coraggio per difendere le bestie. Finchè le custodiva lui, nessun leone si avvicinò ad esse.

Il racconto ha parlato,
Adesso tace.


Da "Racconti di bestie sagge e animali impertinenti"
Jean Jacques Fdida

lunedì 6 maggio 2013

"FILOZOOPHIA" mostra personale a Bologna

Sono lieta di invitarvi
venerdì 10 maggio ore 18,30
all'inaugurazione di

"FILOZOOPHIA" 
oli, disegni e acquerelli 
di Giorgia Oldano

una mostra a cura di Made Artis Comunicatio

in Campogrande Concept
via Castiglione 7 scala C
Bologna



Le opere di Giorgia Oldano sono un viaggio. Ricordano e ci riportano ad esperienze di scoperta, e riscoperta di un mondo, quello animale di cui noi siamo parte. Quello che Giorgia Oldano ci fa vivere è un viaggio che ci riporta sulle antiche ed affacinanti strade delle avventure dei primi illustratori del ‘700 – ‘800 al seguito dei grandi viaggi di scoperta in cui il mondo e la natura erano misteri incontro ai quali andare, ma nello stesso tempo di fronte ai suoi lavori ci troviamo a scoprirci partecipi e coinvolti. Gli animali di Giorgia Oldano sono presenze che ci chiamano ad un incontro con loro;  emergono dalle tele come a volerci chiamare e ricordarci qualcosa che avvertiamo di aver dimenticato; l’artista riesce ad attivare una attrazione che va oltre l’illustrazione e la  semplice rappresentazione. Le sue opere ci coinvolgono perchè ci sentiamo parte di quegli animali, figure che rappresentano il mondo di cui sentiamo di far parte, di essere parte, quella parte di noi che viviamo come lontana.

Per queste ragioni Giorgia Oldano non è possibile definirla solo illustratrice; sa andare oltre la raffigurazione, raggiunge lo spettatore e lo porta con sè in un mondo fatto di presenze, in cui il catturato è lui stesso, come rapito, inizialmente dal fascino esercitato dalla tecnica dell’artista, ma poi si scopre coinvolto, partecipe e confidente non solo di quelle figure, ma di quel mondo. Ogni opera di Giorgia Oldano è frutto della sua esperienza sul campo, nei viaggi e nella ricerca, le emozioni che condivide con lo spettatore, sono le emozioni e le passioni che lei stessa ha vissuto. Ed ecco che le illustrazioni della Oldano entrano nel mondo dell’arte e delle opere d’arte L’artista padroneggia con sapienza le tecniche dell’olio, dell’acquerello e della grafite, con ognuna è capace di esprimere un ventaglio diverso di sensazioni e contenuti. Potenti e coinvolgenti gli oli, densi di colori come densa è la natura e le figure in primo piano, grazie ad un attento lavoro di tagli di luce, emergono da un ambiente che comunica  una sensazione di silenzio e di spazio. In queste opere c’è la magia dell’Africa che trasuda, l’eleganza dei colori, la plasticità delle figure, che spesso appaiono come assorte, immerse in una calma solitaria.

Con la tecnica dell’acqurello, Giorgia Oldano introduce punti di luce nuovi ed un maggior movimento. La leggerezza del tratto esalta le figure ed i loro gesti, che con lo cura cromatica dell’artista suggeriscono movimento e contengono vitalità. La tecnica del disegno a grafite, permette allo spettatore di cogliere gli aspetti più profondi e completi del lavoro e della filosofia dell’artista, oltre quelli tecnici ed artistici. Con questa tecnica Giorgia Oldano ha ottenuto riconoscimenti importanti come campionessa italiana di disegno naturalistico 2012, in particolare le sue opere in grafite, offrono una delicatezza profonda ed i soggetti appaiono come presenze. Per lo spettatore, perdersi nella osservazione delle opere in grafite, è come un richiamo che ci ricorda chi siamo, cosa siamo e di cosa facciamo parte, qualcosa di meraviglioso: il mondo naturale, di cui siamo una, solo una parte.

                                                                                 Marco O. Avvisati