martedì 25 dicembre 2012

Il canto notturno della Giungla

Panthera Tigris, olio su tela, 80x60 cm

E' l'ora in cui Chil l'Avvoltoio riconduce la notte,
 Che lascia libero Mang il Pipistrello...
Le mandrie son chiuse nelle stalle e nelle capanne
 Perché noi liberi erriamo fino all'alba.
Questa è l'ora dell'orgoglio e della forza,
Zampa, zanna e artiglio.
Oh, udite il richiamo!...Buona caccia a tutti coloro
Che rispettano la Legge della Giungla.



Auguri di Buon Natale!
 

giovedì 13 dicembre 2012

Lo studio in movimento

Lo studio è uno spazio in continua trasformazione, un luogo dove l' anima sola si isola nell'atto creativo.  I quadri sono in continuo movimento, alcuni vanno, altri ritornano, altri ancora nascono.

La stanza è sempre la stessa, ma ogni volta che ci si entra cambia.

 
In questi ultimi sei mesi mi sono dedicata alla preparazione del progetto riguardante il mio Bestiario Estinto , un viaggio intorno al mondo per raccontare quegli animali che stanno scomparendo.
Gradualmente lo studio è cambiato, i miei compagni di viaggio sono aumentati numericamente.
Le pareti si sono riempite e hanno preso colore.  



Ecco come in questi mesi il mio studio è cambiato.


sabato 1 dicembre 2012

Rolando Bellini commenta "Born to be wild"

Oggi è l'ultimo giorno in cui si potrà visitare la mostra "Born to be wild", fino alle 19,30 di questa sera.
Voglio concludere questa esperienza con il commento che Rolando Bellini ha scritto vedendo l'esposizione.

"Cattività", olio su tela e acrilico, 300x300cm
"Tela Estinta", olio su tela, 60x80 cm
Wunderkammer

Presso la Galleria Dieffe Arte Contemporanea (v. Porta Palatina 9) di Torino si è inaugurata il 25 ottobre u.s. una personale di Giorgia Oldano, Born To Be Wild. Due rinoceronti in grafite (su carta), un olio (su tela), raffiguranti un petroso profilo di un rinoceronte; un orso subacqueo a olio (su tela) e ancora una tigre ad olio (su più tele, esattamente nove a costruire una griglia); per finire disegni a matita e disegni a lapis più acquerello nella migliore

 tradizione “classicista”, raffiguranti, declinati su differenti formati, quei nobili rapaci notturni che sono i gufi e le civette, gratificati ultimamente anche dal fenomeno globale della saga di Harry Potter della scrittrice britannica Rowling. In tutto, se ho contato bene, nove splendidi pennuti. Questo è il “bestiario” fantastico e reale di Giorgia Oldano.
La giovane artista – suggerisce nella puntuale presentazione critica Simone D’Agostino – intende proporre/svelare la diversità degli sguardi, da un lato quello animale, quello di questi magnifici ritratti di animali, e dall’altro lato invece lo sguardo dell’uomo che si trova di fronte a questi inattesi “interlocutori”.
"Underwater", olio su tela 50x50 cm
D’Agostino chiama in causa molto opportunamente sia Mark Twain sia George Bernard Shaw, a voler rafforzare lo scarto che ci divide dall’universo animale, ma anche a voler manifestare, in filigrana, la stessa sostanza fisiognomica e corporale di queste teste/volti di animali vivamente ritratti.
Ne discende, direi, un’inattesa inquietudine e un nuovo stupore, derivati in primis dall’incontro, leonardesco, degli occhi – i nostri di riguardanti, i loro di riguardati – e immediatamente dopo, dalla scoperta di siffatte identità animali, la tigre, l’orso, i rinoceronti, la civetta e i gufi.
Identità, debbo aggiungere, che chiamano in causa da un lato tutta la fenomenologia storico/artistica, dall’altro lato piuttosto la fisicità - intendo dire la fisicità di ogni singola effige -  loro. L’essere, in buona sostanza, dei bei creati costituiti, in un caso da grafite nell’altro da lapis , o nell’altro ancora da matite e acquerelli ecc.. Dato che proprio la redazione loro finisce per assumere un ruolo primario, più incisivo del soggetto stesso. Pur sempre incisivo, se non altro nella misura in cui la stessa identità animale dell’uno e dell’altro soggetto, è vincolata alla sua costruzione o realizzazione. A tal segno che si finisce per cogliere, infine, la poetica che genera il linguaggio artistico esplicitato da Giorgia Oldano.
Rinoceronti in galleria

Un linguaggio recitante, all’unisono, un’analitica ripresa del dato di realtà, espressa con accento neoclassico. Contestualmente un lessico che pronuncia reiteratamente vocaboli di indubbia irrealtà. L’esito una figurazione straordinaria sospesa ai confini della realtà. In grado anche per questo di far vedere oltre ogni possibile vedere.


Rolando Bellini










Ringrazio tutte le persone che sono passate, che hanno lasciato commenti, con cui ho chiaccherato e che dopo tanti anni ho ritrovato.

Vi aspetto alla prossima...che sarà a breve!

martedì 27 novembre 2012

Inaugurazione della personale "BORN TO BE WILD" presso la Galleria Dieffe di Torino

Il 25 ottobre si è inaugurata la mia prima personale dal titolo "Born to be wild" presso la Galleria Dieffe di via Porta Palatina 9, Torino.


La mostra è stata prorogata fino al 1 dicembre con i seguenti orari: dal martedì al sabato 15:30 - 19:30.


Testo a cura di Simone D'Agostino

Una celebre frase di Mark Twain recita: “L'uomo è l'unico animale che arrossisce, ma è anche l'unico che ne ha bisogno”. Forse è anche l’unico essere in grado di dimostrare la propria vergogna ma non di ammetterla.
Spesso siamo portatori sani di stupidità, convinti della nostra superiorità sul mondo e sicuri di poterla esercitare solo in nome di un’intelligenza propagandata immotivatamente. Ma non è l’intelletto a dettare legge sul mondo, è la presunzione a dominare noi ogniqualvolta maltrattiamo, torturiamo e imprigioniamo altri esseri viventi.
È vero, gli esseri diversi dall’uomo non sanno comunicare attraverso le parole, ma non è possibile esprimere affetto anche senza descriverlo? Non sono in grado di manifestare la propria felicità con un sorriso, ma questo basta per dire che non possono provarla? Perché distinguere il regno degli animali da quello degli uomini, se entrambi condividono respiri, palpiti, gioie e dolori?
La risposte a queste domande sono state minuziosamente dipinte sulla tela da Giorgia Oldano. I ritratti della giovane artista torinese vanno ben oltre la descrizione, lo spettatore non si trova di fronte ad una fotografia di stampo documentarista, ma entra in stretto contatto con l’intimità dei soggetti.
Non è possibile incrociare i loro sguardi e non attribuirvi sentimenti autentici e sinceri. Non è possibile ammirarne la maestosità e non rimanere folgorati dalla grandezza di una natura, selvaggia, crudele, meravigliosa, ma sopratutto viva.
Le opere di Giorgia rappresentano un mondo che comunica attraverso i suoi colori, i suoi versi, i suoi suoni, non ha bisogno della voce per far avvertire la propria presenza ed in alcuni casi non è necessario vederne le lacrime per percepirne il pianto.
Non si può negare di intravedere in qualche modo una frammento di noi stessi, di riscoprirci come parte integrante di quell’universo. Altresì non possiamo negare di provare una certa amarezza nel vedere il ritratto di un mondo che lentamente sta scomparendo a causa di un insensato attacco alla vita.
Il lavoro della Oldano è un invito alla riflessione: ciò che l’olio, l’acquerello, o la grafite riproducono potrebbe diventare un miraggio, qualcosa che c’è stato, che ci è sembrato reale, ma che non potrà tornare mai più.
Lo scrittore irlandese George Bernard Shaw ha scritto: “Quando un uomo vuole ammazzare una tigre, lo chiama sport; quando è la tigre a volerlo ammazzare, la chiama ferocia”. Purtroppo l’uguaglianza è un concetto che si fatica a pensare sussista realmente, l’equilibrio esiste in maniera al quanto vaga tra gli simili, perciò è difficile concepire che ci sia un modo per sottrarsi alla crudeltà degli uomini.
Ma mi piace pensare che la libertà esista e che una tigre nata in gabbia sappia che quel posto non le appartiene. Se dovesse capitarvi di incrociare il suo sguardo e di vedere il vostro riflesso nei suoi occhi, immaginate di essere al di là delle sbarre solo per un istante: non reclamereste il vostro posto nel mondo per il resto dei giorni?


Intervista su DMAG


Tela Estinta (Rinoceronte Bianco), olio su tela, 60x80 cm, 2011

Intervista di Simone D'Agostino su DMAG

Mi è capitato spesso di conoscere dei sognatori, mi riferisco a coloro i quali credono fino in fondo che tutto nella vita può accadere. Non mi è capitato con la stessa frequenza di incontrare persone che sono riuscite ad avverarli, quei sogni. Eppure per quanto non sempre nella vita vada tutto come vorremmo esiste un’altra interessante categoria, quella dei sognatori in grado di coinvolgere gli altri nelle proprie fantasie. Ho conosciuto un’artista in grado di farlo, il suo nome è Giorgia Oldano. Qual è il suo sogno? Quello di non perdere ciò che esiste, nulla di più semplice, per questo ci credo anch’io. Leggendo questa intervista capirete meglio di cosa sto parlando.
Ringrazio Giorgia per la collaborazione!

Giorgia Oldano è una giovane artista che ha fatto della sua sconfinata passione verso la natura un'arte. Come è nata l'idea di rendere il regno animale protagonista indiscusso dei tuoi lavori?
Tutto è nato in modo naturale, nulla è stato stabilito a tavolino. Il mio primo disegno da bambina è stato un animale e anche il secondo…e poi non ho più smesso. Sono stata molte volte criticata; nell’arte contemporanea, molto spesso il soggetto “naturalistico” è vittima di pregiudizi, ma il mio amore nei loro confronti non accetta compromessi.
Non dimentichiamoci che le prime rappresentazioni che l’uomo ha lasciato incise e dipinte sulla roccia sono proprio immagini riguardanti gli animali e la natura. Noi viviamo nella natura, solo che non ce ne accorgiamo più perché l’abbiamo plasmata a nostro uso e consumo. Dipingere animali significa amarli, conoscerli, capirli.

Presso la Dieffe è possibile vedere un vero e proprio excursus della tua carriera fin qui, le opere selezionate sono state realizzate con diverse tecniche, che padroneggi perfettamente. Quale di queste senti più tua?
Sicuramente prediligo il disegno e l’acquerello alla pittura ad olio. Credo siano più freschi ed immediati e mi permettono di concentrare maggiormente l’attenzione su alcuni particolari del soggetto, per esempio gli occhi, frammento primario di ogni mio lavoro.
Il lavoro ad olio è più lungo proprio  per il tempo d’asciugatura del colore, di conseguenza diventa più pensato, più elaborato, ma la forza del colore diventa un’irresistibile attrazione per chi guarda i miei lavori.

Tra i vari soggetti da te scelti per l'allestimento, ampio spazio è stato dedicato a due specie in particolare: il gufo ed il rinoceronte. Hanno un significato particolare per te?
Il rinoceronte mi incanta, è un animale antico, che si porta addosso le rughe arcaiche della Terra. E’ un animale possente, tuttavia fragile, da proteggere poiché la Natura gli ha concesso di possedere un “magico” corno che l’uomo, troppo spesso, si è permesso di strappargli per egoismo e stupidità. Mi piace perdermi nei solchi delle sue rughe e nella malinconia del suo sguardo.
Il gufo è il signore della notte. Un animale misterioso, un tempo creduto portatore di sventura. Per me non è così, anzi! Ho colmato la mia curiosità sui rapaci notturni, scoprendo la varietà di specie che ne fanno parte. La diversità delle forme e dei colori dei loro occhi hanno catturato la mia attenzione, contribuendo a far nascere la serie Facce da Gufo.

Proprio grazie ai rinoceronti nel 2011 sei stata incoronata Campionessa Italiana di Disegno Naturalistico vincendo il concorso Oasis Disegna La Natura 2011. Come premio ti è stata concessa la possibilità di passare venti giorni in Africa a contatto diretto con l'ambiente che cerchi di far sopravvivere. E' stata la tua prima esperienza nel più vecchio continente? Hai trovato nuove ispirazioni?
Uno dei miei sogni era andare in Africa. Lo desideravo ardentemente! …e il mio sogno si è realizzato! E’ stata la prima volta in questo meraviglioso continente, nel quale ho vissuto esperienze intensissime. Ho avuto modo di ascoltare il silenzio della natura, rispettare gli animali in libertà nella loro pura essenza, ammirare la luce di Mulanje che filtra unica dalla montagna e le notti zeppe di stelle; ho disegnato sulle rive del Lago Malawi, contemplato le pitture rupestri dei nostri antenati sulle montagne di Dezda, e lo spirito delle maschere del Gule Wamkulu. Ho scoperto cosa significa perdersi nel viaggiare. Ho viaggiato tra Malawi e Zambia, ma la curiosità di esplorare altri paesaggi dell’Africa cresce sempre più. Io continuo a sognare… perché penso che i sogni siano desideri che si realizzano!
Credo che la natura ispiri sempre, i miei occhi hanno visto paesaggi, persone, colori unici dell’Africa che non scorderò mai. Ho aggiunto consapevolezza di quanto la natura sia imprevedibile, potente, ma allo stesso tempo fragile e magnificamente bella.

Sei ancora giovane e probabilmente il futuro ti riserva ancora tante esperienze in campo artistico. Vorresti lasciare un messaggio a coloro i quali si affacciano per la prima volta in questo campo così complesso, soprattutto nel periodo che stiamo vivendo?
L’umiltà è la prima cosa, poi vengono la forza di volontà e l’impegno costante. Bisogna credere fortemente in ciò che si fa e anche sognare un po’. Consiglio a tutti di rimanere concentrati sui propri obiettivi e lavorare, lavorare, lavorare. Prima o poi se son rose fioriranno!
Per me è stato ed è fondamentale curiosare, scoprire attraverso i libri, interessarsi a cose che non fanno parte del mio ”mondo”, andare a vedere più mostre possibili e confrontarmi con i miei colleghi pittori. Inoltre il web e i social network sono un mezzo utilissimo per pubblicizzarmi e per far conoscere il mio lavoro
.

Oggi nasce "BORN TO BE WILD"

Questo blog nasce dalla voglia di condividere la mia arte e le mie esperienze, per chi come me è amante della natura, degli animali, della pittura e dell'arte in generale.




“Ciò che realmente mi stava più a cuore era di addestrare il più possibile l’occhio e la mano nel riprodurre gli oggetti della natura e dell’arte.”
Goethe


Giorgia Oldano, giovane pittrice torinese classe 1984, ha trovato nella pittura la via migliore per esprimersi, per emozionare, ma anche per testimoniare ciò che in natura si sta lentamente dissolvendo. Protagonisti dei suoi quadri sono gli animali ritratti, quasi sempre, in modo da esaltarne lo sguardo. I suoi orsi bianchi sono legati intimamente all’acqua trasparente, fluida, dinamica.
Attraverso un’interpretazione personale dei suoi soggetti, estremamente coinvolgente, Giorgia vuole restituire l’emozione di un incontro, di un’immaginata illusione che sprigiona con forza il richiamo della libertà e della purezza dell’universo.
Laureata in Pittura all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, aspira a diventare pittrice a tempo pieno. Tuttora lavora nella sua casa studio di Pancalieri, avvolta in un limbo lontano dalla città. Vive momenti intimi e solitari nei quali, padrona del colore, affresca le sue tele e momenti di autocritica (quali mostre ed eventi) dove si confronta con il pubblico ascoltando pareri e consigli sul suo lavoro.
Nel 2012 vince il premio assoluto di Campionessa Italiana di Disegno Naturalistico, concorso “OASIS Disegna la Natura”, che la porterà a vivere un’esperienza unica in Africa, tra Malawi e Zambia.
Disordinata sognatrice, crede che una parte di sé rimarrà sempre bambina, nutrita dai libri, dai colori dalla musica, dalla fotografia e dalla natura.